I problemi di “estetica del sorriso” non nascono solo dal colore giallognolo dei denti. Spesso l’odontoiatria cosmetica può non bastare, poiché ci si trova in presenza anche di problematiche estetiche legate all’errato posizionamento dei denti, e qui interviene l’ortodonzia.
L’ortodonzia (od ortognatodonzia, quando si vuole evidenziare anche il trattamento medico di mandibola e mascella) è quel settore dell’odontoiatria che si occupa della diagnosi e trattamento delle anomalie nello sviluppo e nella posizione dei denti e delle ossa mascellari, al fine di eliminarle o almeno attenuarle in modo significativo, riportando denti e mascelle nella posizione più corretta possibile.
Le situazioni patologiche curate dall’ortodonzia sono essenzialmente le malocclusioni e i disallineamenti dentali.
La malocclusione è una chiusura non corretta delle arcate dentarie, la cui causa può essere una errata posizione di uno o più denti, una malformazione dell’osso mascellare o della mandibola, o una combinazione di queste possibilità.
Le anomalie dentarie sono dovute all’errato posizionamento o all’errato sviluppo di uno o più denti, e possono essere di vari tipi. Tra le anomalie di sviluppo si può avere l’agenesia (mancata eruzione) di denti permanenti, tipica la mancata apparizione dei denti del giudizio; oppure si può avere una sovrapposizione, un’inclinazione o uno spostamento ai bordi della gengiva (i “denti storti”), che costituiscono una grave menomazione estetica con un conseguente forte pudore nel ridere e nel sorridere. Quella che comunque è la conseguenza più grave delle anomalie dentarie è una scorretta masticazione.
Le terapie utilizzate in ortodonzia sono essenzialmente di due tipi: chirurgiche (spesso in preparazione ad interventi su mascella e/o mandibola) e meccaniche (“apparecchi”). Gli apparecchi vengono utilizzati per correggere i difetti di allineamento dei denti. Si distinguono in apparecchi attivi, che agiscono direttamente esercitando forza propria (archi ortodontici, molle divaricatrici, ecc.) ed apparecchi passivi, che invece sfruttano la forza impressa dalle mascelle durante la masticazione (placche, piani di guida, ecc.).
I problemi di disallineamento che possono essere risolti con queste tecniche comprendono: il sovraffollamento dentale, che si ha quando l’arcata gengivale non offre abbastanza spazio per ospitare in modo corretto tutti i denti; la spaziatura eccessiva dei denti, ossia il problema opposto; il morso crociato, ovvero il disallineamento tra l’arcata superiore ed inferiore; il morso profondo, che si ha quando a mascella chiusa i denti superiori coprono i denti inferiori in modo eccessivo, sporgendo in avanti; il morso inverso, se sono invece i denti inferiori a coprire i denti superiori.

 

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